lunedì 21 aprile 2014

Gli Aracnidi

Gli Aracnidi sono una classe di artropodi del subphylum dei chelicerati. Essi formano una classe piuttosto eterogenea, comprendono così 10 ordini attuali e 4 estinti. Furono i primi ad abbandonare l'ambiente acquatico per colonizzare la terraferma in tempi diversi risolvendo in modo opportunistico e divergente i problemi che pone tale ambiente. Ciò lo si desume dal modo in cui utilizzano l'ossigeno gassoso, dal modo in cui trasferiscono i gameti maschili per inseminare le uova nonché dalla maniera in cui proteggono gli stadi giovanili. Strutturalmente il loro corpo è suddiviso in due tagmata, quello anteriore detto prosoma o cefalotorace e quello posteriore detto opistosoma o addome.
 Hanno un primo paio di appendici, dette cheliceri, composte da due o tre articoli e con funzioni relative all'alimentazione e alla difesa e da un secondo paio, dette pedipalpi, composte da sei articoli e con funzioni sensoriali, locomotorie, fossorie e riproduttive a seconda degli ordini. Le appendici dell'opistosoma tendono a scomparire, in questa classe si nota la tendenza alla fusione dei segmenti di prosoma prima ed opistosoma poi, e nei più evoluti a fondere le due regioni. Le altre paia di appendici costituiscono le zampe ambulatorie, composte da sette articoli di diversa forma e lunghezza, adatte principalmente alla locomozioneQuesti invertebrati sono erroneamente chiamati o scambiati generalmente per insetti, ma non lo sono. Gli Aracnidi sono privi di occhi composti, sono predatori e muniti di veleno - ma molti Acari e Opilioni si nutrono di materiale vegetale o di detriti. Ne esamineremo qui gli ordini più importanti: 


L'ordine dei Ragni

ragni (Araneae sono un ordine di Aracnidi, suddiviso in 112 famiglie che comprendono ben 44.540 specie. Sono artropodi terrestri provvisti di cheliceri e hanno il corpo suddiviso in due segmenti,
cefalotorace e opistosoma, e otto zampe. I due segmenti sono congiunti da un piccolo pedicello di forma cilindrica. Come in tutti gli Artropodi, il celoma pur essendo molto piccolo, consente il passaggio dell'emolinfa che ossigena e nutre i tessuti e rimuove i prodotti di scarto. L'intestino è così stretto che i ragni non possono mangiare alcun grumo di materiale solido, per quanto piccolo, e sono costretti a rendere liquido il loro cibo con vari enzimi digestivi e macinarlo finemente con l'apparato masticatorio. Ad eccezione del sottordine più primitivo, quello dei Mesothelae, i ragni hanno il sistema nervoso più centralizzato fra tutti gli Artropodi e, come questi, hanno i gangli fusi in una sola massa all'interno del cefalotorace. Diversamente dalla maggior parte degli artropodi, i ragni non hanno muscoli estensori nel loro corpo; i movimenti delle zampe e del corpo sono ottenuti attraverso variazioni di pressione del loro sistema idraulico. Nella parte terminale dell'addome sono presenti le filiere che estrudono la seta, usata per avvolgere le prede e costruire le ragnatele. La seta secreta dai ragni può essere considerata
superiore a qualsiasi materiale sintetico finora elaborato per leggerezza, tenacia ed elasticità. Ragni e scorpioni appartengono ad uno dei gruppi di chelicerati, denominato Aracnidi. Mentre i cheliceri degli scorpioni sono un modesto paio di artigli che ha la funzione di accompagnare il cibo verso la bocca o di contribuire a tenerlo fermo, quelli dei ragni terminano in forma di zanne appuntite, che sono generalmente velenose; quando non sono in uso vengono piegate all'indietro nella parte superiore, nella quale sono allocate barbe spesse, che hanno il compito di filtrare e trattenere fuori qualsivoglia grumo solido, in quanto i ragni si alimentano solo attraverso cibo liquido o reso in forma liquida. La maggior parte dei ragni ha quattro paia di occhi nella parte frontale del cefalotorace, posizionati in schemi (detti patterns) che variano da una famiglia all'altra. Il paio posizionato sulla fronte è del tipo chiamato ocelli pigment-cup (contenitori del colore), che nella maggior parte degli artropodi servono solo ad individuare la direzione dalla quale arriva la luce, adoperando l'ombra proiettata dalle superfici negli ocelli stessi. Gli ocelli laterali si pensa siano derivati dagli occhi composti dei chelicerati più primitivi. I ragni si riproducono sessualmente e la fertilizzazione è interna ma indiretta, in pratica lo sperma non è inserito nel corpo della femmina dai genitali del maschio ma da una struttura intermedia. 

Riproduzione e corteggiamento 


Diversamente da altri artropodi terrestri, i ragni maschi non producono spermatofore, involucri pieni di sperma, all'interno del loro corpo, ma roteano la piccola tela che lo contiene fino all'eiaculazione e poi lo
trasferiscono su alcune strutture a forma di pipetta situate sulle punte dei loro pedipalpi. I ragni adoperano generalmente rituali di corteggiamento elaborati per impedire alle femmine, spesso di dimensioni maggiori, di mangiare i maschi prima di portare a termine la fertilizzazione, con le poche eccezioni dove il maschio è di dimensioni tanto più piccole da non essere considerato minimamente appetibile. I maschi si fanno così riconoscere e le femmine, che appaiono fondamentalmente passive non mostrando aggressività, si rendono disponibili all'accoppiamento. Sebbene ogni specie abbia le sue peculiari caratteristiche nel corteggiamento, possiamo però distinguerne tre diversi tipi a seconda della strategia messa in atto da parte del maschio:
  1. Richiede contatto diretto fra maschio e femmina.
  2. Richiede feromoni femminili che stimolino il maschio.
  3. Richiede un riconoscimento visivo da parte della femmina.

Dimensioni


Come gli altri artropodi, i ragni effettuano la muta nel crescere in quanto le loro cuticole non sono estensibili. 
I ragni sono presenti in natura in una grande varietà di dimensioni. I ragni più piccoli appartengono alla sottofamiglia degli Erigoninae, detti anche ragni nani, la cui lunghezza del corpo è inferiore al millimetro. I ragni più grandi e più pesanti, invece, sono annoverati fra le tarantole che possono raggiungere un bodylength, cioè una lunghezza del solo corpo, di 90 millimetri ed una legspan, cioè la distanza massima fra le punte delle zampe distese, di oltre 250 millimetri. I ragni più grossi conosciuti appartengono al genere Theraphosa delle foreste della Guyana: sono stati ritrovati degli esemplari che raggiungevano i 30 cm di legspan.

Tecniche predatorie


Il metodo più classico e più famoso di un ragno per catturare la preda è la ragnatela appiccicosa. La grande varietà di disposizioni e strutture delle ragnatele permette a diversi tipi di ragni di intrappolare specie di insetti diversi nella stessa area; ad esempio ragnatele costruite orizzontalmente fra le foglie intrappolano insetti che
volano dalla vegetazione interna verso l'alto, mentre ragnatele verticali o poco inclinate consentono di catturare insetti che volano orizzontalmente. I ragni costruttori di ragnatele hanno la vista poco acuta, ma in compenso una sensibilità eccezionale alle vibrazioni della ragnatela stessa. Vi sono inoltre ragni che tessono piccole ragnatele, aderenti ad una o più zampe, mobili o semimobili, che manipolano per catturare le prede: in pratica distendendo le zampe, la ragnatela si tende in tutta la sua ampiezza; ripiegando le zampe, la tela si affloscia. Bisogna anche ricordare che questi animali
sono veri e propri maestri nel campo della mimetizzazione; ad esempio i ragni del genere Myrmarachne, detti ancheragni imitatori di formiche, per adattarsi a questo ruolo hanno subìto modifiche decisive: sviluppano addomi più magri e pseudo-vite nel cefalotorace per imitare nel modo più preciso possibile le tre regioni distinte del corpo di una formica.

I ragni e l'uomo


La stragrande maggioranza dei ragni morde un essere umano solo in casi estremi di autodifesa e se viene direttamente minacciato; comunque, quasi nella totalità dei casi, l'irritazione è poco più grave di un morso di zanzara o della puntura di un'ape. Alcune specie procurano invece morsi abbastanza seri dal punto di vista medico, come vari generi della famiglia Sicariidae, principalmente i Loxosceles, e le vedove nere, che
mordono solo se si sentono minacciati direttamente e in modo insistente, anche se ciò può capitare incidentalmente. Gli araneomorfi, e in particolare gli appartenenti alla famiglia Agelenidae, adoperano tattiche difensive di tipo aggressivo, anche se raramente arrivano a iniettare il veleno. D'altra parte i ragni della famiglia Ctenidae, in modo particolare il genere Phoneutria, reagiscono in modo aggressivo anche a piccole provocazioni. Ma ragni come le tarantole, cucinati, sono considerati una prelibatezza gastronomica in Cambogia, e dagli indiani Piaroa del Venezuela meridionale, purché i peli estremamente irritanti, sistema difensivo principale di queste specie di ragni, vengano accuratamente rimossi prima di cucinarli.

L'ordine degli scorpioni

Gli scorpioni (Scorpiones) sono un ordine di artropodi velenosi della classe degli aracnidiCi sono circa
2000 specie di scorpioni nel mondo, caratterizzati da un corpo allungato e una coda segmentata che termina con un pungiglione da cui viene iniettato il veleno.
Come aracnidi, gli scorpioni hanno vicino alla bocca degli organi chiamati cheliceri, un paio di pedipalpi, e quattro paia di zampe. I pedipalpi, a forma di tenaglia, sono usati principalmente per catturare le prede e per la difesa, ma sono anche ricoperti di diversi tipi di peli sensoriali. Il corpo è diviso in due zone principali, il cefalotorace e l'addome. Il cefalotorace è coperto sopra da un carapace (o guscio della testa) che ha di solito un paio di occhi mediani e da 2 a 5 paia di occhi laterali nelle zone periferiche della testa (alcuni scorpioni di caverna sono privi di occhi).
L'addome consiste di 12 segmenti distinti, di cui gli ultimi cinque formano ciò che viene comunemente chiamata "coda". Al termine dell'addome c'è il telson (o pigidio), che ospita una struttura a forma di bulbo che contiene le ghiandole velenifere e un aculeo incurvato per iniettare il veleno.Nel lato inferiore, lo scorpione ha un paio di organi sensoriali unici chiamati pettini; nel maschio sono solitamente più grandi e hanno più "denti", e si suppone rilevino la conformazione del terreno su cui camminano e fungano da chemiocettori per individuare feromoni della propria specie di scorpione.

Dimensioni

Gli scorpioni hanno tipicamente lunghezze di qualche centimetro. Lo scorpione sudafricano "lungacoda"  raggiunge una lunghezza di oltre 20 cm ed è probabilmente il più lungo scorpione vivente del mondo, mentre al secondo posto si colloca Pandinus Imperator, che raggiunge lunghezze intorno ai 18–20 cm.  Il più piccolo è probabilmente Microtityus fundora, lungo appena 12 mm. Tra gli scorpioni fossili, se ne annoverano alcuni lunghi fino a un metro circa.

Habitat

Comunemente si pensa agli scorpioni come animali da deserto, ma vivono anche in molti altri paesaggi, come
praterie e savane, fereste caduche, foreste pluviavli, e caverne.

Predatore

Gli scorpioni sono animali predatori notturni che si cibano di una varietà di insetti, ragni, invertebrati, e altri scorpioni. Gli scorpioni più grandi a volte si cibano di vertebrati, come piccole lucertole, serpenti, e topi. La preda viene individuata principalmente percependo le vibrazioni. I pedipalpi hanno una serie di peli sensoriali che sentono le vibrazioni dell'aria; le punte delle zampe hanno piccoli organi sensoriali che percepiscono le vibrazioni della terra.La superficie di zampe cheliceri e corpo è anche ricoperta di peli più fitti sensibili al tocco diretto. Nonostante siano armati di veleno per difendersi, gli scorpioni cadono preda di molti tipi di animali, come scolopendre, ragni del sole, lucertole insettivore, uccelli (specialmente gufi), e mammiferi (inclusi topi e pipistrelli).

L'ordine degli Opilioni

Costituiscono un ordine piuttosto numeroso (4500 specie) che comprende forme che rassomigliano ai ragni a causa delle lunghe zampe, ma sono prontamente distinguibili da questi poiché capotorace e addome non sono uniti per un sottile istmo ma per una ampia base: gli opilioni infatti, pur producendo seta, non costruiscono le complicate strutture che costruiscono i ragni.
Tra gli Opilioni vi sono specie non predatrici che si nutrono di detriti organici o di spoglie di animali.
Gli Acari sono aracnidi di piccole dimensioni, di solito non più di 1 mm, ma le zecche possono superare 1 cm. Hanno spesso colori vivaci e aspetto molto vario: la loro organizzazione è tanto diversa da quella degli altri ordini di Aracnidi che alcuni autori propongono di riunirli in una classe a sé, tuttavia le somiglianze che alcuni di essi presentano con altri ordini consiglia di non modificare lo schema tradizionale.

L'ordine degli Acari

Negli Acari la segmentazione esterna tende a sparire, mentre può comparire una strozzatura tra il secondo e
il terzo paio di zampe e anche tra pedipalpi e primo paio di zampe, sicché il loro corpo degli Acari risulta diviso in modo diverso da quello di tutti gli artropodi.
I cheliceri sono sormontati, caso eccezionale per gli Aracnomorfi, da un labbro superiore o epistoma. Cheliceri, epistoma e palpi, insieme al cono che porta la bocca, formano apparati buccali dotati di forma e di funzioni diversissime: a seconda delle specie sono adatti a succhiare, a tagliare, a mordere, a perforare.
L'organizzazione interna è molto semplificata. Quando non vi è partenogenesi i due sessi si accoppiano e la fecondazione è interna. Dalle uova schiude una larva munita di sole sei zampe.
Nell'acaro della scabbia (Sarcoptes scabiei) gli Arabi hanno saputo riconoscere, cinquecento anni fa, per la prima volta, l'agente di una malattia, sicché ai molti acari parassiti si è rivolta a lungo l'attenzione di medici e naturalisti,anche perché alcuni di questi acari - zecche ematofaghe soprattutto - sono risultati essere trasmettitori di gravi malattie all'uomo e agli animali: rickettsiosi tularemia, encefalite, ecc.
Solo in seguito è divenuto chiaro che il popolo invisibile degli acari sfrutta con le sue 40.000 specie ogni sorta d'ambiente: nel mare vivono gli Alacaridi, nelle acque dolci gli Idracari e un pugno di terriccio può contenere centinaia di Acari Oribatei.
Molte specie attaccano le derrate: il formaggio stagionato di rado è indenne daTyroglyphus siro, anche i salumi assai di rado ne sono indenni, mentre altri acari si nascondono nella farina e nei dolciumi secchi. Altre specie sono nocive alle piante: l'abuso di insetticidi in agricoltura ha causato la scomparsa di molti loro nemici, e di conseguenza le malattie delle piante causate da acari sono divenute più frequenti e gravi.

L'ordine dei Picnogonidi  o Pantopodi

Questa rassegna si chiude con una classe che comprende molte specie marine di aspetto paradossale: quasi
privi di addome, con capotorace breve e stretto, hanno zampe sviluppatissime, in numero di 5-6 paia in luogo di quattro, da questo sviluppo deriva il nome di Pantopodi che talvolta si usa per questa classe.
I maschi portano di solito un paio di appendici supplementari situate dietro i palpi: gli ovigeri. Queste appendici sono deputate al trasporto delle uova di cui il maschio si prende cura fino alla schiusa dei giovani.
I Picnogonidi sono noti fin dal Devoniano; le specie oggi viventi sono un migliaio, distribuite in tutti i mari, Caspio compreso, ma prediligono i mari circumpolari. Alcune specie si spingono fin nella regione abissale.